L’OCSE lancia l’allarme, gli italiani sono tra gli ultimi nel mondo nella comprensione del testo e in matematica: la situazione.
Basta farsi un giro in rete, magari sui social, per rendersene conto, e ora il nuovo rapporto dell’OCSE conferma la triste situazione in cui si trova il nostro Paese, tra gli ultimi nel mondo per quanto riguarda l’analfabetismo funzionale. Gli italiani hanno ottenuto i punteggi più bassi in comprensione del testo, in abilità matematiche e nella risoluzione dei problemi.
Purtroppo, il degrado culturale che ha interessato l’Italia negli ultimi anni sta creando un problema enorme. Mancano le basi per la comprensione di un testo e per il problem solving. Un adulto su quattro è insufficiente in diversi campi, e non è un problema che riguarda soltanto i diplomati, ma anche i laureati. Ciò determina non solo una crisi culturale molto grave, ma anche un maggior rischio di cadere nelle trappole del web.
Italiani tra gli ultimi nella comprensione del testo e nel Problem solving: una condizione preoccupante
Si tratta di una condizione davvero preoccupante, quella che ormai si sta vivendo in Italia, e il confronto con i Paesi del Nord Europa è impietoso. Ad esempio, i diplomati finlandesi hanno ottenuto punteggi più elevati rispetto ai laureati italiani, a testimonianza che siamo molti gradini più in basso.
A quanto pare, capire un testo, anche un testo piuttosto elementare, non è così semplice, e una buona percentuale di lettori italiani fatica a comprenderne il reale significato. Ciò scatena fraintendimenti e divulgazione di notizie false o trasposte male. E anche nella matematica abbiamo grossi problemi, tanto che per molte persone i calcoli semplici diventano complessi.
Il nuovo rapporto PIAAC fa un ritratto preoccupante dell’Italia, classificandola agli ultimi posti nel mondo, dopo Portogallo, Polonia e Cile. In Francia e in Germania i risultati sono superiori, anche se non di molto, mentre a distaccarci sono i Paesi scandinavi. Risultati incoraggianti, invece, arrivano dagli immigrati di seconda generazione, i quali distaccano di ben 30 punti gli immigrati di prima generazione.
Analfabetismo Funzionale: i rischi che si corrono
Il gap tra gli immigrati e gli italiani è inferiore rispetto a molti altri Paesi, come ad esempio la Germania, dove il distacco tra cittadini tedeschi e immigrati è ancora molto elevato. Il 26% degli adulti in Italia non riesce a comprendere un testo, né a effettuare calcoli semplici e né a risolvere un problema. Si tratta di una percentuale elevatissima, contro una media OCSE del 19%.
Altro dato da sottolineare è il punteggio dei laureati, non troppo più alto rispetto a quello dei diplomati, così come non c’è troppa differenza tra diplomati e chi possiede solo la terza media. Più di un italiano su tre non riesce a comprendere correttamente un testo e a ricavare le giuste informazioni. In questa categoria, sono peggiori dell’Italia solo Israele, Polonia, Cile, Portogallo e Lituania.
In cima alla classifica delle tre categorie ci sono Finlandia, Giappone e Svizzera. Solo il 5% degli italiani eccelle nelle tre categorie. Un punteggio basso, quello italiano, e che comporta ovviamente molteplici problemi, come ad esempio il rischio di esclusione sociale, l’allontanamento dalla cultura, la diffidenza dalle fonti certe, come quelle scientifiche.
E ancora, chi ha punteggio insufficiente fatica maggiormente a trovare un lavoro, e in media ottiene una paga più bassa. In Italia, il 18% dei lavoratori non è abbastanza qualificato per svolgere il suo lavoro, mentre il 15% è troppo qualificato.
Infine, la questione dell’analfabestimo funzionale è grave anche per quanto riguarda la disinformazione, e le persone con punteggio basso tendono a credere a notizie discutibili e false, e a farsi ingannare facilmente, spesso cadendo nelle trappole tese dal web.